Madflyhalf's Blog



NE TRAVAILLEZ JAMAIS

Living is easy with eyes closed
Misunderstanding all you see

Di fronte alle avversità della vita, chi ne sa di calcio dice "la palla è rotonda". Chi ne sa di rugby s’incazza!



Uno che non ride mai, non è una persona seria
Fryderyk Chopin

Thursday, October 15, 2009

Sondaggio, Sondaggio delle mie brame...

...chi è il più popolare del Reame??

Bene, è uscito un nuovo megasondaggione IPR Marketing, sulla fiducia ispirata dai politici e dai partiti italiani!

Udite udite, Silvio Telesconi riesce ad essere in calo, un’impresa da dio per chi controlla 6 televisioni... I miei complimenti!
Rimango perplesso al dato della crescita del PD, ammetto di essere un suo elettore (il primo passo avanti per un malato è ammettere di essere malato, o no?! ), tuttavia non mi spiego come possa guadagnare in fiducia ora come ora... Beh, sarà merito sempre dell’Ometto di Palazzo Chigi.

Fantastica è la tabella sui ministri!
Ai primi posti ci stanno nomi famosi dei quali però si parla pochissimo!
Ci sta l’equivoco Brunetta paladino dei lavoratori e nemico dei burocrati! (si vede che agli italiani piacciono i nanetti che parlano parlano, ma che in concreto non fanno nulla... i chihuaha, no?)

Più giù si sconfina nel dramma:
Guardando nella tabella, si nota che veramente tra i ministri più presenti in tv, Sandro Bondi è l’ultimo degli sfigati! Direi che la fiducia che il popolo ha in lui alle attività culturali è inesorabilmente legata alla bellezza delle sue poesie...

Dopo di lui:

- Andrea Ronchi, fascistello che nessuno sa cosa faccia il suo ministero

- Roberto Calderoli... Chiedere che fiducia ispira uno con una faccia così è come sparare sulla croce rossa

- Giorgia Meloni, mai vista una volta attiva, del resto lo stesso SB nel suo comizio la chiamò Zoccola, quindi non lavorerà molto alla luce del sole...

Poi vengono i casi sociali, gioie dei miei occhi: i perfetti ladri di stipendi! Gente che non riesce a essere popolare nemmeno il giorno del proprio compleanno...

Michela Vittoria Brambilla, del Turismo. È riuscita a permettere un G8 nella più bella isola che abbiamo, fate un po’ voi...

Stefania Prestigiacomo: in realtà è un po’ più seria di quanto appare, per questo motivo largamente boicottata dalla sua stessa maggioranza... Molto democratico!

Raffaele Fitto... chi?? Questo poveretto lo tengono in cantina!

E ultimo, il grandissimo e sopportabilissimo: Elio Vito! A parte il fatto che non ho mai capito a cosa serva un ministro per i rapporti col parlamento... probabilmente visti i luminari presenti nelle 2 parti, serve qualcuno che faccia da interprete. Credereste mai a ciò che vi dice lui, il coinquilino più stabile di Porta a Porta, dopo ovviamente SB? Secondo me nemmeno lui ha capito cosa deve fare...

Siamo messi bene...

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Friday, October 09, 2009

Newcomers...

Il mio nipotino, un pulcino di 4,5 kg!!! :D :D
Benvenuto Francesco!

Friday, October 02, 2009

Stella del Mattino

"Tutti gli uomini sognano: ma non allo stesso modo. Coloro che sognano di notte, nei recessi polverosi delle loro menti, si svegliano di giorno per scoprire la vanità di quelle immagini: ma coloro i quali sognano di giorno sono uomini pericolosi, perché possono mettere in pratica i loro sogni a occhi aperti, per renderli possibili."

T.E. Lawrence


Ned raggiunse l'anticamera e sedette. Lasciò scorrere lo sguardo sulla carta da parati a motivi floreali, le tende di velluto, i quadri. Si alzò per osservarli da vicino. Ritraevano episodi di storia militare.
Gli Spartani alle Termopili. Nelson a Trafalgar. Si soffermò a osservare i dettagli della carica di Balaklava. Le bocche dei cavalli erano spalancate in un ruggito, le criniere come fiamme al vento.
La sciabola del conte di Cardigan teneva l'epicentro del quadro e puntava dritta verso la gloria, raffigurata come una ragazza. Lo aspettava oltre le linee nemiche, vestita solo di un velo e una corona. La testa del general maggiore era avvolta da un'aura luminosa. Eppure c'era qualcosa nello sguardo che sembrava violare la retorica del dipinto. Non era facile accorgersene, ma guardando bene ci si rendeva conto che gli occhi erano spiritati, gli occhi spaventosi di un folle che incitava i propri uomini a correre incontro alla morte. Possibile che l'autore avesse voluto suggerire proprio quello?
Sentì un brivido e per un attimo le urla gli risuonarono nella mente, grida di terrore puro, lame che calavano sulle schiene di uomini in fuga. Qualcuno incitava all'assalto urlando in arabo. Riconobbe la propria voce.

- L'ottusità imperiale.
Sussultò e si girò di scatto.
Un uomo alto, orecchie a sventola e mascella quadrata, osservava il dipinto. Era il tizio che aveva alzato lo sguardo al suo passaggio davanti alla porta.
L'uomo protese il mento verso la tela: - E' così che dovrebbero intitolarlo.
Aveva le mani nelle tasche dei pantaloni, la cravatta allentata e l'aria stanca. Ned non disse nulla.
- Cariche a cavallo contro l'artiglieria, assalti alla baionetta contro le mitragliatrici. E' la logica che ha riempito i cimiteri di tutta Europa.
Questa volta Ned annuì.
- Un'idea vecchia della guerra.
- Giusta per un impero decrepito, ridotto a sparare sui civili.
Ned fu sul punto di chiedergli chi fosse, ma l'altro lo precedette.
- Lei è il colonnello Lawrence, vero? Ho visto una sua foto sul giornale.
Ned scrutò quel volto come se potesse riconoscerlo. Doveva avere più o meno la sua età, ma aveva in faccia i segni del sonno arretrato e sembrava scosso, teso da una forza interiore in conflitto con il mondo. L'accento era inconfondibile.
- Fa parte della delegazione irlandese?
L'altro sbuffò.
- Sì. Prigioniero qui dentro da tre giorni.
Ned sedette in poltrona con movimenti delicati, quasi temesse di turbare l'atmosfera intima del momento.
- Guerra o pace?
Lo chiese come fosse la domanda più innocente.
L'irlandese lo guardò senza imbarazzo.
- Lei che dice? Meglio una pace disonorevole o una guerra suicida?
- Dal disonore ci si può riscattare. - disse Ned. - Dalla morte no.
La risposta parve colpirlo, andò a sedersi di fronte a lui.
- Ha idea di quanto odio sia in gioco? - Non attese una risposta. -
Come si fa a sparare su gente inerme? Padri e figli che guardano la
partita?
Di nuovo le grida, occhi che implorano pietà, il crepitare meccanico di una mitragliatrice, i bossoli che rimbalzano per terra. Si sentì stringere lo stomaco e dovette abbassare lo sguardo.
L'altro si protese in avanti. Non c'era ansia nella voce, ma una profonda stanchezza che a tratti pareva sconfinare nella delusione.
- Quegli uomini nell'altra stanza. - disse. - Sono i migliori politici che abbiamo, combattono con la sintassi, cercano di guadagnare ogni pollice di terreno. Ma la decisione finale spetta a chi ha la
dinamite in tasca. E' per questo che mi hanno mandato qui. Credo che lei possa capire.
Ned pensò che forse in quel momento era l'unica persona davvero in grado di farlo e che non c'era più bisogno che quell'uomo si presentasse.
Guardò Michael Collins provando una pena inaspettata.
- Posso prendere tempo, - continuò Collins - tirarla per le lunghe, lasciare che gli altri sfoglino il vocabolario, ma alla fine dovrò decidere per tutti. E scrivere il mio nome accanto a quello del mio
nemico. Dovrò tornare a casa e dire che la guerra è finita, che gli inglesi se ne andranno, ma il nuovo stato irlandese non sarà del tutto libero e non sarà nemmeno una repubblica, bensì un dominion della corona britannica. Dovrò dire ai miei compagni che non ho ottenuto quello per cui hanno combattuto e per cui tanti di noi sono caduti. Dovrò farlo perché le madri d'Irlanda non debbano più piangere i loro figli e perché un'alternativa non esiste. Sarà la mia condanna a morte.
Ned non avrebbe creduto possibile che esistesse qualcuno più solo di lui. Si sentì triste per quell'uomo.
- Qualcosa mi dice che lei non è tipo da tirarsi indietro per questo. - disse.
A quel punto Michael Collins fece una cosa sorprendente: rise. Una risata sincera, in faccia al destino.
- So che suo padre era irlandese. Io e lei potevamo trovarci dalla stessa parte della barricata.
- Non ho mai messo piede in Irlanda.
- Dalle mie parti uno come lei potrebbe fare grandi cose. - Indicò l'ambiente che li circondava. - Quando sarà deluso a sufficienza da questi burocrati imperiali, ci faccia un pensierino. - Si alzò. - Ora è meglio che torni dai miei.
Ned gli strinse la mano senza indugi. - Buona fortuna. - disse.
- Anche a lei.