Madflyhalf's Blog



NE TRAVAILLEZ JAMAIS

Living is easy with eyes closed
Misunderstanding all you see

Di fronte alle avversità della vita, chi ne sa di calcio dice "la palla è rotonda". Chi ne sa di rugby s’incazza!



Uno che non ride mai, non è una persona seria
Fryderyk Chopin

Sunday, May 31, 2009

Per far chiarezza...

...dizionario di slang bolognese (spinto!).
A - L

ALLA VECCHIA: abbreviazione di 'alla vecchia maniera' ovvero senza pretese, senza fronzoli. 'Oh regaz, stasera ci troviamo da me, facciamo un po' di balotta e diciamo a mia madre di cucinare qualcosa alla vecchia'.
ANDAR GIU' DI SPARARDELLO: si dice di un individuo che non ha peli sulla lingua, cioe' che dice tutto in faccia: 'Ieri ho litigato con mio marito e ti giuro son andata giu' di sparardello gli ho detto il RUSCO E BRUSCO di cio' che penso di lui'.
ANDARE A RUSCO: e' un modo per mandare a quel paese qualcuno in senso dispregiativo: andare a RUSCO significa vagare in cerca di qualcosa che non vale nulla come, appunto, l'immondizia.
BAGAGLIO (anche 'zavaglio'): sostantivo che può indicare indifferentemente qualsiasi oggetto (o persona) con accezione negativa. Definisce sinteticamente la condizione di attrezzo inutile il cui unico attributo è quello di possedere un peso senza, nonostante tutto, svolgere correttamente la propria funzione. 'Cos'è quel bagaglio lì?' domanderà con aria di superiorità il giovine felsineo additando il vecchio cellulare dell'amico dalle dimensioni di un cabina telefonica.
BALOTTA: Notevole concentrazione di persone in un dato sito. A volte può indicare anche la propria compagnia di amici. 'Gran Balotta c'è stasera' sarà l'affermazione del giovane bolognese constatando la coda kilometrica per entrare al Ruvido...
BATEDO: letteralmente equivalente alla locuzione 'una gran quantità di'. Il termine, pur nella sua sinteticità estrema, esprime con disarmante successo l'immagine onomatopeica del tamburellare incessante di qualcosa che si abbatte senza concedere tregua alcuna. 'Ho preso un batedo d'acqua!' esclamerà correttamente l'ignaro cicloturista appena rincasato fradicio dopo l'ennesima bizza metereologica di queste mezze stagioni ritornate prepotentemente di moda. Alcuni il 'batedo' l'hanno invece riscontrato personalmente nelle risse davanti al Matis.

BATTELLO: stesso significato di BATEDO ma più italianizzatto.
BAZZA: intrallazzo, conoscenza tattica volta all'ingresso in disco (o altro...) senza sottostare a code di ore o allo sconto all'atto dell'acquisto del settimo aperitivo consecutivo al Rosarosae.
BIGA: bicicletta.
BOCCHEGGIARE/BROZZARE: cogliere sul fatto, scoprire qualcuno in situazioni particolari (la maggior parte delle volte quando non si dovrebbe esser scoperti). 'Oh regaz l'altro giorno la mia figa mi ha brozzato mentre mandavo sms porno ad una tipa'.
BONA LE': basta. Locuzione sintetica ma esaustiva per sancire il termine di qualsiasi attività o discussione. 'bona lè, riga! non ne voglio mezza!' Affermerà perentoria la fanciulla-bene all'incipiente quarantasettesimo tentativo di 'intomellamento' ad opera del maldestro maraglio di turno.
Vedi anche: 'riga'.

BRAGA: derivazione di braghe, pantaloni. Il termine viene usato per indicare qualsiasi luogo in cui il numero di presenze maschili superi quello femminile. 'Oh regaz ma dove mi avete portato? In questa discoteca c'è solo della gran braga!'
BRESCO: Ubriaco. Definisce lo stato comatoso conseguente ad abuso di sostanze alcooliche e depone a grande sfavore del soggetto in quanto assolutamente incapace di intendere e di volere, raggruppa ogni genere di ubriacatura a seconda della situazione: può essere sia leggera (analogo all'italiano "allegro), che pesante.
Con la variante BRUSCO, si intende quel genere di ubriacatura molesta e "acida", poco socievole.

BRISA: La negazione per eccellenza del vero bolognese. E' uguale al NON in italiano ma è molto più potente. Da usare in frasi perentorie (rigorosamente in dialetto) nelle quali non ci sia possibilità di replica da parte dell'interlocutore. 'Oh cinno brisa strazzer i maron!' - Ehi bimbo non rompere le scatole.
BRONZA: Termine che sta ad indicare una emissione di gas più o meno nociva e/o rumorosa dall'apparato intestinale.
BULBO
: Capelli. Il bolognese veramente giovane affermerà al suo amico scapigliato dalla corrente: 'con questo vento hai un bulbo che non si affronta!'
BURDIGONE: letteralmente scarafaggio. Il termine indica però anche quelle caramelle nere, in simil-liquirizia, a forma appunto di scarafaggi, che, a volte, ancora si riescono a trovare in alcune vecchie drogherie.
BURIDONE/MALIPPO: casino, bordello, confusione.
BUSONE/A: termine polivalente, comunemente sta ad indicare il gay mentre al femminile descrive una donna con delle vedute sessuali particolarmente 'aperte'. Può essere però usato anche per descrivere una persona particolarmente fortunata: 'Oh quel tipo lì è proprio un busone'.
BUZZA: letteralmente 'pancia'. Con tale termine si vuole indicare la protuberanza addominale che frequentemente accompagna già in tenera età i giovani bolognesi. Un grande classico è la cosidetta 'buzza alcolica', cioè quella dovuta al ripetuto e costante abuso di sostanze alcoliche: 'hai visto che buzza che ha messo insieme quel tipo a furia di taffiare come un ninino'.
CALIFFO: il termine spesso usato per riconoscere ad un determinato soggetto una certa qual abilità spesso riferita al campo femminile, ma non solo. Dire 'sei un califfo' è come dire 'sei un grande!'.Questa valutazione è spesso accompagnata da un aumento di volume della voce dell'autore per un evidente coinvolgimento dei presenti.
CARRO: Vedi 'Ferro'
CARTOLA: tipo giusto, molto fico, di un'altra. Se si 'ha la càrtola' significa che si possiedono tutte le caratteristiche necessarie per fare colpo sull'universo femminile.
CATRAME: Vedi 'Scardozzo'
CASSA: Stato mentale in cui non si è particolarmente orientati nel tempo e/o nello spazio. Può essere dovuto all'assunzione di sostanze psicotrope o alcoliche, ma anche ad eccessiva stanchezza. 'Oh regaz, ieri sera c'avevo una cassa adosso che mi hanno dovuto portare in branda gli altri perchè io non ce la potevo fare'.
CIAPPINARO: La pronuncia esatta è Ciapinaro in quanto la doppia 'p' viene immolata senza troppi rimorsi sull'altare della corretta cadenza felsinea. Il termine, indica il trafficone tuttofare, colui che svolge attività non soggette a fattura nell'ambito della manutenzione della dimora o dei veicoli all'interno di relazioni tribali di condominio o di quartiere.
CIAPPINO: Il termine ha il significato di affare, incombenza da assolvere. 'Devo andare a casa che c'ho un ciapino da fare' dirà il bolognese alla sua morosa che vuole propinargli una serata davanti alla tele a vedere per l'ennesima volta 'Vi presento Joe Black'.
CICCHETTO: Il cicchetto è un giro di sostanza alcolica al bar. In origine poteva essere il bicchiere di vino, servito nel tradizionale bicchiere di vetro piccolo e spesso 4 cm , adesso può anche essere riferito agli 'shorts'. Il vero professionista del cicchetto comincia la sua giornata alle 7 della mattina con appunto un cicchetto di stravecchio, rigorosamente a stomaco vuoto..
CINNO: Bambino, ragazzo. Tale termine a volte viene usato, in modo dispregiativo, per impartire, in modo perentorio, un comando ad individui (generalmente più piccoli di età o condizione) di cui si ha scarsa considerazione.
CIOCAPIATTI: Letteralmente 'Colui che rompe dei piatti'. Più correttamente 'cioccapiatti', la doppia 'c' non viene pronunciata per esigenze di cadenza. Personaggio sbruffone con la tendenza a parlare molto e concludere poco. Di solito affibiato ad individui che si vantano di particolari prodezze o agganci che in realtà non hanno. 'Lui lì è un gran ciocapiatti' affermerà il gentleman bolognese raccontando agli amici le gesta del PR di turno che gli aveva assicurato un entrata a gratis al Matis (e scusate la rima).
CIOCATA: rimprovero, cazziatone. Anche in questo caso la doppia 'c' viene elisa per motivi di corretta pronuncia. 'Ho preso una ciocàta pazzesca' asserirà correttamente lo studente ripreso e ridicolizzato di fronte alla platea di compagni di corso dal prof che lo ha 'sgamato' mentre copiava la soluzione del problema.
CIOZZA: Balla, bugia, magari anche grossa e infatti immediatamente "nasata" dall'ascoltatore.
CUCCIO: piccolo urto, colpetto, inteso in svariati modi, anche sessuale. 'Oh regaz, l'altra sera mentre parcheggiavo ho dato un cuccio al paraurti della macchina'. 'Oh regaz, l'altra sera avevo una gran tirella e ho dato un un cuccio alla mia donna'.
DARE LA MOLLA (O SMOLLARE...): mollare, scaricare. Utilizzato principalmente nel senso di liberarsi della persona con cui si è soliti accompagnarsi. Alla domanda 'dove l'hai messa la morosa?' il giovane bolognese che vorrà distinguersi per eleganza e modernità risponderà convenientemente 'cioé, le ho dato la molla, mi aveva troppo zagnato i maroni!' oppure 'ho smollato la tipa'.
DELLA SERIE...: incipit per eccellenza che prelude ad una categoria di cui l'evento che viene commentato si ritiene faccia parte. Fondamentale la 's' sibilante e la 'e' molto aperta affinché la locuzione sia effettivamente giovane ed efficace.
ESSERE DI UN'ALTRA (o di prima, o di primissima): sottointeso 'categoria' (al maschile è sottointeso 'ordine'). Locuzione utilizzata per esprimere entusiasmo e felicità per qualcosa. L'oggetto dell'espressione viene immediatamente posto al di sopra di ogni confronto con oggetti simili ma banalmente e tristemente più scadenti (di ultima).
FANGA: scarpa. Tendenzialmente schivo e scarsamente esibizionista il giovane felsineo apostroferà il suo interlocutore appoggiando un lieve: 'ho comprato delle fanghe in centro che sono di un'altra' .
FARE IL PROPRIO NUMERO (non...): locuzione di rimprovero che colpisce la giovane mente bolognese fin dalla più tenera età e che lo accompagna nel corso della sua esistenza pronunciata ora dall'amico di turno ora dalla dolce consorte la quale, prontamente avvedutasi dell'imminente, ricorrente fragorosa digestione del compagno nel corso del pranzo di nozze della sorella, lo apostroferà così: 'Non farai mica di nuovo il tuo numero?!'
FAR L'ASINO: ha all'incirca la stessa valenza di fare FARE IL PROPRIO NUMERO; il termine puo' essere usato come rimprovero: 'Oh la pianti di far l'asino?!' oppure come complimento: ' Soccia quel tipo fa sempre l'asino, è troppo simpatico'.
FARLOCCO: termine da usare in casi di malfunzionamento di un qualsiasi aggeggio. Il top del farlocco è quando fai un acquisto di cui sei troppo felice e ti accorgi, appena scartato che il tutto non funziona. 'Oh regaz, ho comperato un pc nuovo ma non si collega ad internet, mi sa tanto che è farlocco'.
FATTANZA: situazione mentale non molto differente dalla cassa. Questo termine è però più indicato nei casi di uso massiccio di sostanze chimiche (Chicche, funghi) oppure di erbe misteriose.
FERRO: I bolognesi usano questo riferimento al noto elemento presente in natura per indicare un veicolo a motore a 2 o 4 ruote. Tipiche situazioni sono quelle che si verificano quando il maraglio di turno si presenta al bar davanti agli amici con la 'Punto Sporting' ipertaroccata i quali diranno: 'Ma dai! Ma che ferro hai?' (notare la finezza della rima...) oppure 'VA MO' LA che ferro che sfoggi stasera'.
FIOCCO: bacio. Gergo tipicamente da sbarbo, ma ormai caduto in disuso, ancora in voga fra i veri intenditori dello 'slang' bolognese.
FITTONE: paletto, ostacolo, generalmente fisso, ma sono sempre più frequenti quelli mobili, per impedire il passaggio di autoveicoli. Il fittone classico bolognese è solitamente in cemento, alto circa 40cm con un diametro di 50. 'Oh regaz l'altra sera ho preso contro ad un fittone in parcheggio e ho sfatto la fiancata'.
FONTANIERE: idraulico.
GABANELLA: Indica il riposino dopo mangiato, all'incirca fra le 13.30 alle 14.30. 'Regaz, io vado, mangio, mi faccio una gabanella e torno'.
GAGGIA: mento di notevoli dimensioni e sproporzionato rispetto al resto del viso. Tra gli esempi più famosi citiamo Celìne Dion e Michael Schumacher.
GAGNARE: rubare, fregare. 'Dove hai preso quella biga?' 'L'ho gagnata in piazza Verdi a un Tunnello'. Riscontrabile anche nella variante BABBARE.
GEPPO: scarso, maldestro, personaggio di scarso spessore. Aggettivo dispregiativo utilizzato per additare persona sfigata di cui si nutre scarsa considerazione. L'espressione può essere rafforzata ulteriormente da specificazioni peggiorative come nei seguenti esempi: 'geppo di ultima'.
GHEGA/GNOCCO/TOZZA: colpo, urto, ma può indicare anche un pugno oppure un incidente. 'Oh regaz l'altro giorno stavo impezzando una gnocca di prima. Il suo tipo però se ne è accorto e mi ha cacciato una gran ghega in fronte'.
GHIGNARE: per il vero bolognese significa ridere. 'O regaz l'altra sera siamo andati a vedere i busoni e ci siam fatti delle gran ghigne!'
GIANDO/GIANDONE: termine che ha la stessa valenza di geppo, ma che a differenza di questo deve essere usato con persone di notevole statura e stazza.
GIAZZO: contrazione della parola 'ghiaccio'. Il termine sta ad indicare una temperatura particolarmente rigida con presenza di pinguini. 'Oh regaz, ma che giazzo fa oggi?'. Può avere anche significato di scarse disponibilità economiche 'Oh regaz, oggi ho del giazzo nelle tasche'.
GNICCARE: termine dalla valenza multipla: può indicare un rumore 'Oh regaz ho la macchina che gnicca sull'anteriore'. oppure può essere usato per indicare una morte improvvisa 'Oh regaz l'altro giorno è gniccato mio nonno d'infarto'.
GNOLA (FARE LA): espressione da usare in presenza di persone lamentose, querule. 'Dai mo Gina, ti porto al cinema, piantala di gnolare!'
GREZZA: gaffe, figura barbina di proporzioni cosmiche.
GUAZZA: per il bolognese DOC il termine indica la brina che, durante le notti felsinee si forma, spesso e volentieri, un po' ovunque. 'Oh regaz occhio a tornare a casa col motorino che c'è della guazza'.
GUBBIARE: dormire. 'Oh regaz, ieri ero a pranzo da mia nonna, ho cacciato una gran taffiata, mi è venuta una gran cassa nel pomeriggio, così mi son buttato sul letto e mi son fatto una gran gubbiata'.
GUZZARE: ovvero l'atto sessuale propriamente detto, anzi fatto. 'Allora com'è andata con quella penna?' 'Le ho cacciato una guzzata della Madonna'. Il termine però può anche indicare un furto 'Regaz mi hanno appena guzzato la macchina!'
IMPALUGARE: allappare, invischiare. Tipico verbo da usare durante gare di Orzoro, pangrattato a cucchiaiate senza bere. Il giovane bolognese che tronfio estrarrà dal suo zainetto il mitico 'tortino porretta' o il non meno temibile 'buondì classico' (privo dell'effetto lubrificante della marmellata o della copertura di cioccolato) per la merenda si troverà irrimediabilmente impalugato e quindi bisognoso di ettolitri di liquido.
INFOIATO: il termine indica uno stato mentale in cui un individuo si butta a capofitto in un'azione oppure è particolarmente convinto di riuscire in una impresa. 'Oh regaz con quella tipa la mi sto infoiando di brutto'
INGHIPPO: situazione ingarbugliata, problema, grattacapo.
INTAPPO: abbigliamento particolare, look. Utilizzato in modo particolarmente efficace per riferirsi a travestimenti o agghindature finalizzate alla partecipazione a feste a tema (intappo anni '70). L'arrivo di un amico dotato di zampa di elefante e stivaletto in pelle con cerniera laterale verrà convenientemente salutato con un efficacissimo: 'meerda, che intappo! Sei troppo di un'altra!'. Lo stesso termine può essere esteso alla fanciulla notoriamente tranquilla in vena apparente di trasgressioni presentatasi con un look aggressivo.
INTAPPINO: termine che usano le donne per sottolineare un indumento intimo per far colpo sul fidanzato 'Ieri mi son comprata un intappino da urlo'.
INTORTARE (da cui il sostantivo 'intorto'): circuire, ammansire con discorsi possibilmente lunghi e fastidiosi a fini persuasivi. La pratica dell'intorto è tipicamente attuata dal giovane di tendenza che, sfoggiando camicia 'di primissima' ed il dodicesimo calice di frizzantino al dehor del Rosarosae, dà prova di prorompente logorrea alla fanciulla trampolata di turno al fine palese di ottenere favori di natura sessuale. Il risultato comunque è indefinibile! 'Lui la' mi ha cacciato un'intorto e non finiva piu', una pezza che LA META' BASTA!'.
LA META' BASTA: unità di misura che indica lo stato di saturazione di un individuo: basta appunto la meta' dell'argomento in oggetto per provocare fastidio, figuriamoci l'intero... 'Oh lui li' e' talmente MARAGLIO che la meta' basta!'.
LESSO: tipo scarsamente sveglio. 'Lui lì è un lesso!' esclamerà la sagace fanciulla bolognese additando il giovane di passaggio il quale, la sera precedente, alla visione della suddetta in soli autoreggenti e sandali con tacco vertiginoso, non ha compreso le malcelate intenzioni sessuali della focosa compagna.
LUDRO: personaggio dalle abitudini alimentari particolarmente sregolate (soprattutto nelle porzioni e negli orari), da cui il termine sludrare.
LUMINO: emissione involontaria e accidentale di particelle di saliva dalla bocca. Il lumino compare sempre in momenti topici o importanti tipo quando stai intortando la donna della tua vita oppure durante un esame il cui esito potrebbe cambiarti la medesima e nel bel mezzo della discussione fai il bagno al tuo interlocutore perchè ti è partito il 'lumino'.

Thursday, May 28, 2009

Un Chimico

Son 3 giorni che la ascolto ininterrottamente.emo

È una canzone che mi fa impazzire, viene da quel capolavoro di letteratura che è Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, portata su disco da un altrettanto capolavoro di letteratura e musica: Non al denaro, non all'amore né al cielo.

Un Chimico

Solo la morte m'ha portato in collina
un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria
per bivacchi di fuochi che dicono fatui
che non lasciano cenere, non sciolgon la brina.
Solo la morte m'ha portato in collina.

Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l'amore.
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.

Guardate il sorriso guardate il colore
come giocan sul viso di chi cerca l'amore:
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.

È strano andarsene senza soffrire,
senza un voto di donna da dover ricordare.
Ma è fosse diverso il vostro morire
vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile.
Cosa c'è di diverso nel vostro morire.

Primavera non bussa lei entra sicura
come il fumo lei penetra in ogni fessura
ha le labbra di carne i capelli di grano
che paura, che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano.

Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
Soltanto la legge che io riesco a capire.

Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
Non sapevo con chi e chi avrei generato:
Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d'amore.
E qualcuno dirà che c'è un modo migliore.



Qui c'è una voce profonda e avvolgente, quella di De Andrè, messa in un pezzo folk-rock/pop molto brillante con il quale "contrasta" a puntino (una sorta di contrappunto!) e con un arrangiamento da paura (Nicola Piovani...): ha un tiro galattico, le note di chitarra subito ce lo fanno sentire, la linea di basso pulita e quasi "puntata"; qualche fiato (legni direi) e arco dosato al punto giusto.

Poi a metà (dopo il ponte "Guardate il sorriso guardate il colore...") arriva l'Hammond in sottofondo e nella strofa da brividi "Primavera non bussa lei entra sicura...", quando pensi che sia già stato raggiunto il massimo, ecco che viene superato di nuovo: Edda Dell'Orso, soprano famosissimo (e riconoscibilissimo nella colonna sonora da brividi di C'era una volta il West) entra con un coro leggerissimo, degno di una delle più belle arie di lirica! emo

Musicalmente parlando, la struttura del pezzo ricorda un po' Il testamento di Tito, sorpattutto nei 2 ponti, fatti in un registro ancora più basso!

Le parole, i versi e le strofe, al di là della bellezza, giocano tra di loro in maniera sublime e mai pesante:

- La ripetizione del verso Solo la morte m'ha portato in collina come primo e ultimo nella strofa
- Così anche la ripetizione di Soltanto una legge che io riesco a capire

- la variazione in Ma è fosse diverso il vostro morire che viene ripetuta con Cosa c'è di diverso nel vostro morire
- similmente che paura, che voglia che ti prenda per mano che poi diventa Che paura, che voglia che ti porti lontano


Ecco, ho trovato un'altra canzone perfetta emo

Wednesday, May 06, 2009

Segnalazioni...

Segnalo un blog stupendo, curato, se non sbaglio, da un utente/ex utente di spritz.it

Andateci e capirete subito di cosa si tratta...

ad ora, c’è già anche il mio lavoretto fatto un po’ in fretta... che è questo:



e variato a:



Sbizzarritevi e divertitevi....



Update: anche il Sergente Peppers e la sua banda di cuori solitari brinda con papi!



Monday, May 04, 2009

Dialoghi notturni...

Lunedì 4/5/2009, ore 1:42, via Zamboni, Bologna
Il Presidente: "Oh andiamo?"
Giocatore: "Dai pres, ti porto a casa..."
Il Presidente: "Sai dove ho la macchina??!"
Giocatore: "Dove?"
Il Presidente: "No, te lo sto chiedendo io, non mi ricordo più dove l’ho lasciata..."


In background...

Serie B.. la la la la la laaaa
Serie B.. la la la la la laaaa
Serie B.. la la la la la laaaa...



Dedicato a tutti quelli che avevano pronosticato un tondo...
...vi è andata male!